1) Tennis
Court
2) 400
Lux
3) Royals
4) Ribs
5)
Buzzcut Season
6) Team
7) Glory
And Gore
8) Still
Sane
9) White
Teeth Teens
10) A
World Alone
Extended
Edition
11) No
Better
12) Bravado
13)
Million Dollar Bills
14) The
Love Club
15)
Biting Down
16)
Swingin Party
Quasi 17 anni. Questa l'età di Ella Marija Lani
Yelich-O'Connor, in arte Lorde, al momento della pubblicazione del suo primo
album. Assurdo se pensiamo che generalmente a quest'età i ragazzi comuni si
trovano sui banchi di scuola a studiare. La giovane neozelandese invece a
quest'età arriva in cima alle classifiche di vendita di tutto il mondo, vince
ben due Grammy Awards e si esibisce nei più grandi festival internazionali di
fronte a migliaia di persone. Un vero e proprio sogno. Che fortuna avere la
possibilità di trasmettere emozioni e mandare il proprio messaggio a un'età
così giovane. E nonostante l'inesperienza Lorde ne ha di cose da dire, cose
importanti, attraverso il suo stile indie pop influenzato dall'hip hop e dal
trip hop. Anche se non sempre lo fa in modo efficace.
Il titolo dell'album ha una doppia interpretazione: Pure Heroine può indicare la sostanza
stupefacente e rappresentare i vizi della società, l'ossessione per lo sfarzo e
la dipendenza dall'apparenza, ma può anche indicare il concetto di ragazza
semplice e pura, critica nei confronti del mondo mainstream con i suoi valori
controcorrente, proprio come un'eroina. Un po' pretenzioso, ma una canzone come
Royals non passa di certo
inosservata. Un testo tagliente contro l'opulenza e lo sfarzo, un beat tanto
semplice quanto azzeccato e dei cori che farete fatica a togliervi dalla testa.
Gli ingredienti che le hanno valso i due Grammy per miglior performance pop
solista e canzone dell'anno sono la concretezza e il saper ricavare tanto da
poco. Tennis Court apre l'album con
una frase significativa ("Non pensi
sia noioso il modo in cui parlano le persone?") scaricando su di essa
tutta la tipica insofferenza adolescenziale per il mondo. Lorde riesce a
valorizzare con grande efficacia la sua voce, anche grazie alla sua tecnica.
Altro
pezzo degno di nota è Team che più o
meno ricalca i temi già citati nei due brani precedenti ma che si distingue per
un beat profondo che scuote le orecchie, viscerale come un battito cardiaco.
Notevole come la giovane neozelandese riesca a conciliare la sua voce delicata
con un beat così incalzante. Sorprendente Glory
And Gore con la sua atmosfera tetra e il sapiente utilizzo dei cori e delle
seconde voci. Bassi e synths si amalgamano arrivando quasi a stordire
l'ascoltatore. Ma la vera sorpresa si chiama Buzzcut Season, la traccia che non ti aspetti in un disco come
questo. Il piano è quasi impercettibile, il beat dà il suo apporto senza
interferire con l'atmosfera delicata del pezzo e Lorde mette in luce tutte le
sue qualità vocali e compositive in un testo che parla delle tragedie che
sentiamo ogni giorno nei telegiornali e di come sia possibile fuggirne
attraverso le cose belle della vita, come la musica. Potreste avvertire un
brivido lungo la schiena durante l'ascolto.
Questi presentati sono i brani
migliori dell'album, quelli che si ergono sopra altre cinque composizioni che
si alternano tra un livello mediocre e basso. Lorde abusa del suo schema
vincente che unisce grande impatto alla semplicità e finisce col realizzare
alcune tracce godibili ma insipide, alle quali si poteva aggiungere un po' di
sale. E' il caso di 400 Lux e Ribs. La prima è un pezzo pop semplice
che punta sulla solita accoppiata beat-voce ma con risultati meno convincenti,
complice lo stile vocale abbastanza piatto della neozelandese. La seconda
avrebbe il potenziale di imporsi per via dell'atmosfera più soft ma raggiunge
un buon livello di interesse solo nel ritornello, mentre nelle strofe risulta
sciapa, come se si trascinasse. White
Teeth Teens passa abbastanza inosservata, una traccia trasparente della
quale non ricorderete neanche l'esistenza a fine ascolto.
Discorso simile per A World Alone che dovendo chiudere
l'album dovrebbe essere una traccia di forte impatto emotivo, ma mancano gli
elementi rilevanti, quelli che rendono memorabile una canzone. Nota positiva
però va al testo, specialmente la frase che chiude tutto e riassume uno dei
temi del disco, quasi riallacciandosi alla frase iniziale ("Le persone parlano. Lasciale parlare."). Un discorso
completamente diverso va fatto per una traccia in particolare: Still Sane. Noiosa, moscia, un'acuta
stonatura all'interno del disco. Lorde striscia il suolo per tutta la sua
durata ed è davvero difficile resistere senza sentire il bisogno di saltare e
passare alla traccia successiva. Assolutamente da evitare.
L'album è disponibile anche in una versione estesa digitale
con altre sei canzoni, cinque delle quali prese dai due precedenti EP
dell'artista. Questi brani si distinguono per una maggiore influenza hip hop e trip
hop. Tra questi spicca su tutti Million
Dollar Bills con le sue fantastiche sonorità hip hop orientali. Peccato che
la durata non arrivi neanche ai due minuti e mezzo per un brano migliore di
tanti altri presenti nell'edizione standard. In Bravado tornano a farsi sentire le doti vocali della cantante, mai
noiosa quando si tratta di usare stili e tecniche diverse. Ancora una volta
l'impatto della semplicità risulta l'arma vincente (quando usato
adeguatamente).
Piacevoli ma sempre nell'anonimato No Better e The Love Club.
La prima punta su un cantato veloce e cerca di mettere in evidenza i
sintetizzatori, usati principalmente come contorno nelle altre tracce. The Love Club è molto ritmata, ma ancora
una volta Lorde si fossilizza sullo stesso stile portandolo avanti per tutto il
pezzo senza mai cambiarlo. Un po' fastidiosi i coretti che aumentano di
intensità ad intermittenza. Biting Down
sembra essere figlia di Glory And Gore
e risulta piuttosto interessante grazie ai suoi ritmi serrati. La frase "It feels better biting down"
ripetuta ossessivamente diventa quasi parte integrante del beat. Swingin Party risulta piatta, sulla
falsa riga di Still Sane anche se non
raggiunge un livello così alto di noiosità.
La giovane Lorde ha ancora tanta strada da fare nonostante i risultati
conseguiti. Si propone come un potenziale talento grazie ad alcune tracce
davvero notevoli, ma spesso cade nella monotonia e commette alcuni errori
dovuti all'inesperienza cercando la strada facile con la riproposizione di una
formula efficace, che però non può colpire sempre il bersaglio. Affinando la
sua tecnica e lavorando su uno stile che è già abbastanza definito potrà in
futuro raggiungere livelli superiori e affermarsi come una delle migliori
artiste pop contemporanee. Ma al momento ci consegna un disco dalle tematiche
importanti che si oppone alla mentalità mainstream dei tempi moderni con un
sound fresco da perfezionare, pieno di influenze delle quali è difficile
accorgersi perché vengono ben mascherate dalla semplicità e l'immediatezza create
dalla neozelandese. Il futuro è roseo, il presente è violaceo. Come il suo
rossetto.
VOTO
STANDARD EDITION: 6,5
VOTO
EXTENDED EDITION: 6,5
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