1) Una
Nave In Una Foresta
2) Tra Le
Labbra
3)
Lazzaro
4)
Attacca Il Panico
5) Di
Domenica
6) I
Cerchi Degli Alberi
7)
Specchio
8) Ritmo
Abarth
9)
Licantropia
10) Il
Terzo Paradiso
Dopo ben sei album in studio, migliaia di copie vendute e concerti
nei più grandi palazzetti italiani sempre sold out i Subsonica possono essere tranquillamente considerati uno dei gruppi
di maggiore impatto della musica italiana. Il loro sound ibrido, a metà tra il
rock e l'elettronica è un marchio di fabbrica inconfondibile che li ha resi
unici e li ha portati al successo. Da questo viene automatico rendersi conto
che i Subsonica ormai non hanno più nulla da dimostrare a nessuno, hanno
raggiunto quell'agognato successo che giovani musicisti di tutta Italia cercano
ogni giorno di agguantare e l'hanno mantenuto sempre vivo anno dopo anno. Ma i
cinque piemontesi hanno ancora fame, hanno ancora la voglia, l'energia, hanno
ancora qualcosa da dire. E lo dimostrano con questa nuova fatica, il loro
settimo album.
L'immagine che evoca il titolo dell'album, Una Nave In Una Foresta, è alquanto significativa e suggestiva. Un
oggetto estraneo e artificiale in un luogo sconosciuto e naturale, un mezzo di
trasporto che si trova nel posto sbagliato e che quindi diventa inutile, fuori
luogo, inadatto.
E sono proprio l'inadeguatezza, l'estraneità e l'essere in contrasto con ciò che ci circonda i temi ricorrenti di quest'opera che dal punto di vista musicale ha il classico timbro subsonico, ma mostra una sensibilità tutta nuova verso il disagio e la paura. E' proprio la title track ad aprire le danze con i cupi sintetizzatori di Boosta (Davide Dileo) che accompagnano un testo inquieto, quasi schizofrenico, dal quale fuoriesce tutta l'ansia di non farcela. La radicale trasformazione dell'atmosfera dopo la prima strofa è sorprendente e conquista con la malinconica voce di Samuel (Samuel Umberto Romano). Un'apertura col botto che mette subito in chiaro gli intenti del gruppo.
E sono proprio l'inadeguatezza, l'estraneità e l'essere in contrasto con ciò che ci circonda i temi ricorrenti di quest'opera che dal punto di vista musicale ha il classico timbro subsonico, ma mostra una sensibilità tutta nuova verso il disagio e la paura. E' proprio la title track ad aprire le danze con i cupi sintetizzatori di Boosta (Davide Dileo) che accompagnano un testo inquieto, quasi schizofrenico, dal quale fuoriesce tutta l'ansia di non farcela. La radicale trasformazione dell'atmosfera dopo la prima strofa è sorprendente e conquista con la malinconica voce di Samuel (Samuel Umberto Romano). Un'apertura col botto che mette subito in chiaro gli intenti del gruppo.
Tra Le Labbra è
una canzone dal testo ossessivo dove spicca il martellante basso synth di Vicio (Luca Vicini). Il clima freddo fa
scorrere brividi sulla schiena mentre la passione e il desiderio sgorgano da
ogni nota. Lazzaro è un colpo drum
and bass a bruciapelo. Tastiere graffianti e ritmi sfrenati sostenuti dalla
batteria di Ninja (Enrico Matta)
trascinano un brano dove la solitudine e l'insoddisfazione diventano i motivi
che ci spingono ad agire, ad alzarci e a camminare. Attacca Il Panico è il classico pezzo rock in stile Subsonica con
un grande riff di chitarra di Max (Massimiliano Casacci) che si intreccia alle
tastiere di Boosta. Anche qui il testo è un'incitazione a uscire dal proprio
mondo fatto di paure e turbamenti.
Di
Domenica è il pezzo più pop dell'album, dalle atmosfere sognanti e delicate
strattonate da brevi scrosci di tastiera. La voglia di cambiare e di non aver
paura a farlo viene fuori nel giorno della settimana diverso da tutti gli
altri, adatto per interrompere la routine frenetica che viviamo ogni giorno. I Cerchi Degli Alberi è un tuffo rinfrescante
tra le onde in un mare di sintetizzatori e tastiere che si ripetono girando
come cerchi lenti ma inesorabili. Il pezzo più positivo e romantico dell'album
pieno di amore e fiducia, nonché uno dei migliori dell'opera. Da sottolineare
il dolce arpeggio di chitarra che dà un tocco in più a quest'ottima canzone. Specchio può sembrare un semplice brano
scanzonato e molto ballabile, ma il testo tratta temi pesanti come l'anoressia e
il disprezzo fisico di se stessi. Una scelta curiosa quella di contrapporre una
base ritmata ad un tema così forte.
Ritmo
Abarth è ruggente, potente al punto giusto senza eccedere. L'energia si
scatena al limite nel ritornello trascinante e coinvolgente, dove la grintosa
voce di Samuel prende il volante e schiaccia sull'acceleratore. Licantropia ha un'atmosfera calda e
seducente, le tastiere striscianti si punzecchiano in questo pezzo lento e
trascinano la soffice voce del cantante torinese. Il basso synth fa un altro
grande lavoro.
Si conclude con una delle tracce più sorprendenti dell'intera
carriera del gruppo, Il Terzo Paradiso.
La voce dell'artista visivo Michelangelo Pistoletto introduce la teoria dei tre
paradisi terrestri aprendo quello che sembra essere inizialmente un pezzo
progressive house e che poi si trasforma in un sogno psichedelico turbolento.
Ogni membro del gruppo mette il suo contributo in questa traccia che invita
alla salvaguardia del pianeta e al raggiungimento dell'equilibrio tra natura e
uomo. Un vero e proprio viaggio sonoro.
Con questo settimo album i Subsonica mettono un punto
esclamativo sulla loro carriera. Un album equilibrato che si avvicina molto
all'idea di concept album, ma arriva solo a sfiorarla raccontando tante storie,
tanti personaggi diversi che ruotano attorno allo stesso senso di
insoddisfazione e inadeguatezza con la voglia di rinnovarsi, di ricominciare.
Temi cupi dai risvolti positivi. Dal punto di vista musicale si spazia tra
molti generi che si incontrano, si scontrano, si intrecciano ma soprattutto si
capiscono. Riuscire ad unire e gestire così tanta varietà in modo così
bilanciato è una cosa non da poco, degna di merito. Chissà per quanto a lungo
questo gruppo continuerà il suo viaggio. Se saranno in grado di consegnarci
altri album di questo livello, speriamo ancora a lungo.
VOTO: 8,5
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