martedì 30 settembre 2014

Subsonica - Una Nave In Una Foresta



1) Una Nave In Una Foresta
2) Tra Le Labbra
3) Lazzaro
4) Attacca Il Panico
5) Di Domenica
6) I Cerchi Degli Alberi
7) Specchio
8) Ritmo Abarth
9) Licantropia
10) Il Terzo Paradiso



Dopo ben sei album in studio, migliaia di copie vendute e concerti nei più grandi palazzetti italiani sempre sold out i Subsonica possono essere tranquillamente considerati uno dei gruppi di maggiore impatto della musica italiana. Il loro sound ibrido, a metà tra il rock e l'elettronica è un marchio di fabbrica inconfondibile che li ha resi unici e li ha portati al successo. Da questo viene automatico rendersi conto che i Subsonica ormai non hanno più nulla da dimostrare a nessuno, hanno raggiunto quell'agognato successo che giovani musicisti di tutta Italia cercano ogni giorno di agguantare e l'hanno mantenuto sempre vivo anno dopo anno. Ma i cinque piemontesi hanno ancora fame, hanno ancora la voglia, l'energia, hanno ancora qualcosa da dire. E lo dimostrano con questa nuova fatica, il loro settimo album.


L'immagine che evoca il titolo dell'album, Una Nave In Una Foresta, è alquanto significativa e suggestiva. Un oggetto estraneo e artificiale in un luogo sconosciuto e naturale, un mezzo di trasporto che si trova nel posto sbagliato e che quindi diventa inutile, fuori luogo, inadatto.
E sono proprio l'inadeguatezza, l'estraneità e l'essere in contrasto con ciò che ci circonda i temi ricorrenti di quest'opera che dal punto di vista musicale ha il classico timbro subsonico, ma mostra una sensibilità tutta nuova verso il disagio e la paura. E' proprio la title track ad aprire le danze con i cupi sintetizzatori di Boosta (Davide Dileo) che accompagnano un testo inquieto, quasi schizofrenico, dal quale fuoriesce tutta l'ansia di non farcela. La radicale trasformazione dell'atmosfera dopo la prima strofa è sorprendente e conquista con la malinconica voce di Samuel (Samuel Umberto Romano). Un'apertura col botto che mette subito in chiaro gli intenti del gruppo.
Tra Le Labbra è una canzone dal testo ossessivo dove spicca il martellante basso synth di Vicio (Luca Vicini). Il clima freddo fa scorrere brividi sulla schiena mentre la passione e il desiderio sgorgano da ogni nota. Lazzaro è un colpo drum and bass a bruciapelo. Tastiere graffianti e ritmi sfrenati sostenuti dalla batteria di Ninja (Enrico Matta) trascinano un brano dove la solitudine e l'insoddisfazione diventano i motivi che ci spingono ad agire, ad alzarci e a camminare. Attacca Il Panico è il classico pezzo rock in stile Subsonica con un grande riff di chitarra di Max (Massimiliano Casacci) che si intreccia alle tastiere di Boosta. Anche qui il testo è un'incitazione a uscire dal proprio mondo fatto di paure e turbamenti.
Di Domenica è il pezzo più pop dell'album, dalle atmosfere sognanti e delicate strattonate da brevi scrosci di tastiera. La voglia di cambiare e di non aver paura a farlo viene fuori nel giorno della settimana diverso da tutti gli altri, adatto per interrompere la routine frenetica che viviamo ogni giorno. I Cerchi Degli Alberi è un tuffo rinfrescante tra le onde in un mare di sintetizzatori e tastiere che si ripetono girando come cerchi lenti ma inesorabili. Il pezzo più positivo e romantico dell'album pieno di amore e fiducia, nonché uno dei migliori dell'opera. Da sottolineare il dolce arpeggio di chitarra che dà un tocco in più a quest'ottima canzone. Specchio può sembrare un semplice brano scanzonato e molto ballabile, ma il testo tratta temi pesanti come l'anoressia e il disprezzo fisico di se stessi. Una scelta curiosa quella di contrapporre una base ritmata ad un tema così forte.
Ritmo Abarth è ruggente, potente al punto giusto senza eccedere. L'energia si scatena al limite nel ritornello trascinante e coinvolgente, dove la grintosa voce di Samuel prende il volante e schiaccia sull'acceleratore. Licantropia ha un'atmosfera calda e seducente, le tastiere striscianti si punzecchiano in questo pezzo lento e trascinano la soffice voce del cantante torinese. Il basso synth fa un altro grande lavoro.
Si conclude con una delle tracce più sorprendenti dell'intera carriera del gruppo, Il Terzo Paradiso. La voce dell'artista visivo Michelangelo Pistoletto introduce la teoria dei tre paradisi terrestri aprendo quello che sembra essere inizialmente un pezzo progressive house e che poi si trasforma in un sogno psichedelico turbolento. Ogni membro del gruppo mette il suo contributo in questa traccia che invita alla salvaguardia del pianeta e al raggiungimento dell'equilibrio tra natura e uomo. Un vero e proprio viaggio sonoro.


Con questo settimo album i Subsonica mettono un punto esclamativo sulla loro carriera. Un album equilibrato che si avvicina molto all'idea di concept album, ma arriva solo a sfiorarla raccontando tante storie, tanti personaggi diversi che ruotano attorno allo stesso senso di insoddisfazione e inadeguatezza con la voglia di rinnovarsi, di ricominciare. Temi cupi dai risvolti positivi. Dal punto di vista musicale si spazia tra molti generi che si incontrano, si scontrano, si intrecciano ma soprattutto si capiscono. Riuscire ad unire e gestire così tanta varietà in modo così bilanciato è una cosa non da poco, degna di merito. Chissà per quanto a lungo questo gruppo continuerà il suo viaggio. Se saranno in grado di consegnarci altri album di questo livello, speriamo ancora a lungo.



VOTO: 8,5

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